Numero 3 - Ottobre 2011
Avevamo segnalato nelle precedenti news letter, che la Legge 13 dicembre 2010 N. 220 ( Legge di Stabilità 2011) prevedeva entro 90 giorni, la promulgazione di un Decreto interdirigenziale da parte del Ministero dell'Economia e delle Finanze, AAMS e Ministero Salute, concernente le linee d’azione per la prevenzione, il contrasto, il recupero di fenomeni di ludopatia conseguente a gioco compulsivo.
Giornali e agenzie hanno reso noto che il decreto è stato inviato all’esame dei tecnici regionali, per le valutazioni e l’approvazione da parte della Conferenza delle Regioni. Si tratta di cinque articoli che riguardano campagne informative di prevenzione, obblighi di corretta informazione e trasparenza sui prodotti di gioco, la carta unica per l’accesso ad ogni tipo di gioco, formazione e linee di indirizzo ai gestori ed esercenti per individuare i giocatori problematici e patologici, indicazioni ai comuni per regolamentare l’offerta pubblica di giochi. Il quinto articolo è dedicato tutto alla cura dei giocatori patologici, con la previsione che i servizi sanitari garantiscano programmi di trattamento personalizzati, di gruppo e di auto aiuto, secondo protocolli basati su evidenze scientifiche.
Tutto bene dunque ? Come spesso accade il demonio si annida nei dettagli, perché c’è un sesto articolo che prevede che tutto ciò avvenga senza nuovi o maggiori oneri a carico delle finanze pubbliche.
Molti servizi dipendenze, pur in assenza di accreditamenti specifici o di norme regionali o aziendali in materia di gambling, trattano soggetti con comportamenti/patologie da gioco eccessivo e familiari. Ma quanti sono i SerT che erogano davvero queste prestazioni ?
Una recentissima ricognizione effettuata in regione Lombardia documenta oltre mille pazienti in cura nell’anno 2011 nei SerD con crescente impegno di tutti i 15 Dipartimenti delle Dipendenze lombardi.
Come è noto FeDerSerD ha attivato da due anni, grazie al sostegno di Lottomatica Group, una help line e un sito web denominati Giocaresponsabile per l’assistenza ai giocatori patologici e loro familiari, di cui sono disponibili sul sito della federazione dettagliati rapporti di attività. Allo stato attuale risultano censiti da GiocaResponsabile, 191 servizi/ dipartimenti dipendenze che hanno dichiarato di occuparsi di gambling. Il dato viene costantemente da noi aggiornato e verificata la reale disponibilità dei servizi a prendere in cura le persone segnalate da GR. In due anni il numero è variato di circa quindi unità, alcune uscite dal sistema, altre entrate, ma complessivamente è sempre oscillato intorno alle 200 unità, ovvero meno della metà dei SerT italiani, a quanto ci risulta, si occupa realmente di gambling. Le strutture del volontariato e del privato censite sono 56, ma non tutte attrezzate e disponibili alla presa in cura di soggetti segnalati da GR.
In 20 mesi di attività del servizio GR sono state trattate 3.500 situazioni di gioco problematico – sia giocatori che familiari – di questi 1147 sono stati inviati ai servizi e abbiamo avuto riscontro di presa in carico per 212.
Non sorprenda il numero relativamente basso di riscontri rispetto agli invii, in minima parte dovuto a perdite informative del sistema, che benché automatizzato richiede comunque la conferma da parte di un operatore dei SerT. È ben noto a tutti i professionisti delle dipendenze che il processo motivazionale delle persone dipendenti è lungo e complesso. Tuttavia ci sembra importante segnalare che un certo numero di soggetti che si sono rivolti a GR, pur riconoscendo la necessità della presa in cura, sono restii a rivolgersi al SerT. Riesce molto più convincente l’invio quando il SerT è in grado di assicurare un certo grado di separatezza ( orari, accessi, locali, personale ) delle attività di trattamento delle patologie da gambling, dal resto delle attività del servizio, e questo è possibile in meno della metà dei servizi censiti. A ciò si deve aggiungere che la disponibilità territoriale è molto eterogenea tra regione e regione – copertura massima per tutte le province nelle grandi regioni come Lombardia, Piemonte, Campania, Sicilia, buona per Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Puglia e sempre più ridotta la copertura nelle altre. Alcuni SerT pur essendo attivi nel campo delle patologie da gioco, non hanno ritenuto utile o giusto entrare nel network GR, tuttavia è del tutto evidente che, senza risorse aggiuntive, come sembra prevedere il decreto, difficilmente si può garantire la stessa disponibilità di offerta terapeutica sul territorio nazionale. Inoltre sono sempre più frequenti i segni di sofferenza che riceviamo dai servizi del network, che chiedono per alcuni periodi di non avere invii, soprattutto in quelle aree dove, a causa della indisponibilità o impossibilità da parte di altri servizi, il carico locale o provinciale ricade tutto sui pochi che se ne occupano in modo specifico.
Le aree scoperte sono relative anche a grandi metropoli come Roma o capoluoghi provinciali di grosse dimensioni.
Dunque eterogeneità e grandi differenze sul territorio che ovviamente non si risolvono solo con l’aggiunta di risorse, ma neanche pensando di imporre a servizi già in sofferenza, ulteriori carichi e impegni, che se assunti correttamente, quindi non solo con gli appropriati riferimenti teorici e metodologici, come giustamente sembra dire il decreto, ma nelle condizioni operative che abbiamo visto essere assolutamente necessarie per una efficace assunzione del compito, richiedono necessariamente investimenti sia di carattere strutturale che formativo, aspetti che sembrano totalmente elusi nel documento in discussione.
I presupposti su cui si fonda e le intenzioni dichiarate appaiono lodevoli, sicuramente difformi dagli orientamenti che hanno ispirato fino ad ora le politiche esclusivamente espansive ed aggressive in materia di promozione dei giochi, concessione di licenze, ampliamento delle tipologie di gioco.
Indiscutibile la necessità di fondare ogni iniziativa su evidenze e riferimenti teorici scientificamente provati, ampiamente condivisibili sono le proposte strategiche, purtroppo il documento, inspiegabilmente, non tiene in alcun conto delle numerose e consolidate ricerche, esperienze e attività che da alcuni anni almeno, professionisti del settore dipendenze conducono in molti servizi e con le società scientifiche del settore. Questo limite di orizzonti, si coglie nella formulazione delle proposte strategiche che riguardano sia la prevenzione sia il contrasto delle ludopatie, che sembrano tenere poco conto della realtà dei servizi e della capacità reale di fare fronte ad un fenomeno in preoccupante e rapida espansione. Ci permettiamo di sottolineare, come già detto in passato, che una politica anche solo un poco lungimirante, dovrebbe preoccuparsi di tutelare la sua gallina dalle uova d’oro, ovvero quei 25 milioni di cittadini italiani che forniscono all’erario un robusto contributo economico sotto forma di denaro giocato. Non prevedere perciò che anche solo una piccola quota di ciò che l’erario incassa ( 9 miliardi e mezzo nel 2010 ) dai giochi venga destinata a sostenere e sviluppare servizi di cura e trattamento delle persone che in un certo senso si sono pagate in anticipo l’assistenza sanitaria, ci sembra oltre che molto miope, anche profondamente ingiusto. Ci permettiamo quindi, in vista della promulgazione di questo decreto, di suggerire anche l’utilità di un confronto con una base più ampia di competenze e conoscenze del fenomeno da tutti i punti di vista.
E da ultimo rinnoviamo l’invito ai colleghi che ricevono questa news letter a compilare quel brevissimo questionario, già presente nel numero precedente della new sletter, nel quale chiediamo alcune informazioni sulla attività relativa al Gap nei SerT. La carenza di dati in materia è una delle ragioni della scarsa considerazione data ai servizi, in momenti importanti come questo di predisposizione di un decreto che potrebbe orientare tutto il tema del gambling nei prossimi anni.
Il documentare quello che si fa è la base per pensare di avere una maggiore attenzione come servizi.