Parents' Perceptions of Adolescent Gambling: A Canadian National Study

Parents' Perceptions of Adolescent Gambling: A Canadian National Study

Colin Campbell,

La percezione genitoriale del gioco negli adolescenti: uno studio nazionale canadese

Alcuni report minori raccolti tra bambini e adolescenti suggeriscono la tacita accettazione genitoriale dei comportamenti di gioco dei figli. Una ricerca canadese a carattere nazionale, che è stata condotta coinvolgendo i genitori di ragazzi tra i 13 e i 18 anni di età, mette in rilievo come i genitori considerino l’attitudine degli adolescenti al gioco un fenomeno meno preoccupante rispetto ad altri comportamenti a rischio. L’atteggiamento dei genitori verso il gioco giovanile, il loro scarso livello di conoscenza dei programmi di prevenzione e la diffusa propensione a vivere esperienze di gioco insieme ai figli suggeriscono che il gambling sia stato ormai “normalizzato” e che solo una minoranza tra i genitori abbia piena consapevolezza dei potenziali rischi associati a esso. I risultati della ricerca vengono interpretati con l’obiettivo di minimizzare il danno e migliorare le iniziative preventive.

Abstract

Benché il gioco tra gli adulti susciti allarme sociale, percentualmente il problema è più diffuso e insidioso tra gli adolescenti. Studi empirici mostrano come gli adolescenti non considerino i genitori preoccupati dai loro comportamenti di gioco. Una circostanza che potrebbe avere effetti negativi sugli stili e gli atteggiamenti di gioco dei ragazzi durante l’età evolutiva. La sottovalutazione parentale stupisce, se si considera che, secondo l’analisi dei comportamenti adolescenziali a rischio proposta da Jessor (1998), esistono diversi fattori di rischio all’origine sia del gambling precoce che di altri comportamenti “devianti”. 
Pertanto, lo scopo del presente studio è determinare gli atteggiamenti e le percezioni dei genitori verso il gioco giovanile e di proporre una comparazione con le sensazioni parentali rispetto ad altri comportamenti a rischio dei loro figli. La ricerca si propone anche di testare l’attuale livello di consapevolezza del mondo adulto rispetto al gambling giovanile e di valutare lo modalità più efficaci per coinvolgere i genitori nei programmi di prevenzione. Lo studio ha preso in considerazione individui adulti con uno o più figli di età compresa tra i 13 e i 18 anni. Circa 40.000 canadesi sono stati contattati via e-mail per la compilazione di un questionario, completato nella sua interezza da 2710 individui. Ai genitori è stato chiesto di valutare la gravità di 12 problematiche adolescenziali suscettibili di interessare i figli, indicando il proprio grado di accordo rispetto a una scala di Likert a cinque punti (da “per niente grave” a “molto grave”). 
L’uso di droga viene percepito dai genitori come la problematica più seria e preoccupante, seguito dall’abuso di alcol, dall’associazione di alcol e guida e dai comportamenti sessuali a rischio. Il gambling è la tematica meno inquietante per il campione intervistato. Nel dettaglio, ai genitori è stato chiesto di valutare una serie di espressioni relative al gioco (ad esempio: “Il gioco occasionale tra i ragazzi non è un problema”, “Il gioco può essere una buona modalità per vincere la noia”, ecc.). Sebbene i genitori non si siano in genere dichiarati d’accordo con le espressioni più favorevoli al gioco, non si è comunque registrata una netta presa di distanza dal fenomeno del gambling adolescenziale. 
Questi primi risultati paiono in certa misura sorprendenti. Se è infatti vero che i rischi associati all’utilizzo di alcol e droghe sono ampliamente pubblicizzati dai media e gli effetti di quelle sostanze sugli individui sono evidenti e riconoscibili, anche le conseguenze del gambling eccessivo incidono in maniera tangibile sull’equilibrio personale, familiare e sociale dell’individuo. 
Il gambling, specialmente quello giovanile, è sempre stato considerato come una dipendenza nascosta (spesso i teenager sono piuttosto abili nell’occultare situazioni di disagio) e questo spiega il fatto che solo l’1% del campione di genitori ammetta che i figli abbiano assunto comportamenti problematici legati al gioco. Sono da rilevare alcuni aspetti in controtendenza. Nonostante la maggioranza dei genitori ammetta di aver avuto esperienze di gioco con i figli, è importante rilevare come dallo studio emerga un certo disagio di fronte alla concreta possibilità che gli adolescenti si dedichino ad attività di gioco. Un altro elemento interessante riguarda la avvertita mancanza di informazioni e programmi relativi al gambling. Una carenza che i genitori interpellati hanno denunciato, evidenziando comunque una certa attenzione al problema. 
La ricerca presenta alcune criticità. Il campione, invero molto consistente, non appare complessivamente rappresentativo. I partecipanti possiedono un titolo di studio medio-alto e un reddito sopra la media. Secondariamente, sono rimasti esclusi dal campione i canadesi privi dell’accesso a internet. Infine, il tasso complessivo di risposte sul totale degli interpellati non è stato particolarmente significativo e la partecipazione femminile al questionario è risultata sbilanciata (69% del totale). 
In conclusione, la ricerca ha messo in rilievo la scarsa percezione adulta dei rischi collegati alla diffusione del gambling nel mondo adolescenziale. Scarsa percezione non significa disinteresse. Gli interpellati sembrano infatti auspicare un maggiore accesso alle informazioni relative al fenomeno. Un aspetto importante da considerare nell’ottica di un imprescindibile coinvolgimento dei genitori nei futuri programmi di prevenzione. 

Fonte: 
Journal of Gambling Issues
Issue 25, June 2011