03-07-2019

Indagine sugli atteggiamenti e le credenze verso l’uso di sostanze stupefacenti

Indagine sugli atteggiamenti e  le credenze verso l’uso di sostanze stupefacenti Una indagine condotta dal Ser.T di Trapani prende spunto dall’osservazione di ripetuti luoghi comuni, credenze, preconcetti, emersi nei colloqui con soggetti consumatori o tossicodipendenti e durante le discussioni in classe con studenti nel corso dell’espletamento di progetti di prevenzione. I giovani coinvolti sono studenti di età tra i 14 e i 16 anni, di sei istituti scolastici. L’intento degli autori (Faillace et al.) è stato di “verificare la disinformazione o la falsa informazione, nonché gli atteggiamenti e la disposizione all’uso in una fascia d’età in cui il “sentito dire” può costituire la principale fonte d’informazione per la costruzione di atteggiamenti e credenze, nonostante le opportunità mediatiche di ottenere un’informazione scientifica sulle tematiche in questione”.
Le tematiche d’indagine, a cui hanno risposto 564 studenti, hanno riguardato la percezione del pericolo verso il consumo occasionale-non dipendente, la confusione tra uso terapeutico e abuso, le implicazioni cerebrali dell’uso, l’errata interpretazione dei messaggi sulla legalizzazione, l’idea che la libertà individuale autorizzi all’uso di sostanze, il convincimento delle proprie intenzioni all’astensione, l’auspicio di rimanere liberi dall’uso e di vivere in ambienti protetti, la disposizione all’uso. I dati emergenti denotano che circa otto studenti su dieci possiedono una generale cognizione del danno e la consapevolezza che il consumo di sostanze sia un comportamento a rischio, mentre nei restanti si può scorgere l’apertura all’uso. Una porzione tra il 15% e il 25% dimostra di avere cognizioni basate sul “sentito dire”. Tra i 14 e i 16 anni quattro ragazzi su cinque auspicano un futuro libero da sostanze. L’apertura all’uso, probabilmente concretizzata in azione, si aggira intorno al 15%.
Da quanto esposto emerge quindi come il periodo delle scuole medie superiori sia di maggiore esposizione all’uso e pertanto si evidenziano dei cambiamenti di posizionamento da un atteggiamento vigile e auto protettivo, riscontrabile intorno ai quindici anni, a uno di maggiore apertura verso la cannabis e forse in generale verso tante altre sostanze, anche se in proporzioni ridotte. L’abbassamento dei livelli di guardia man mano che dai quindici si va verso i diciannove anni (ossia verso una maturazione neuro-bio-psicologica), concludono gli autori, è un dato che si presta a ulteriori riflessioni:  Forse l’acquisizione di una maggiore autonomia di movimento rende più esposti all’offerta? È possibile che con l’avanzare dell’età cresca il convincimento di possedere un maggiore controllo nella gestione della condotta e pertanto anche in quella dei comportamenti a rischio? (Guido Faillace, Fedinando Davoli, Salvatore Daidone, Cristina Matera)

Fonte: https://ojs.francoangeli.it/_ojs/index.php/mission-oa/article/view/7799