15-11-2019

Disturbo dello spettro autistico e trattamento individualizzato del tabagismo

Disturbo dello spettro autistico e trattamento individualizzato del tabagismo Il legame tra patologie psichiatriche e tabagismo è molto stretto ed è evidente da decenni. Diversi studi sono stati condotti non soltanto allo scopo di quantificare numericamente tale rapporto nelle singole malattie, ma di qualificarlo anche in relazione alla rete sociale, lavorativa e familiare e alla compresenza di altre patologie organiche. Sin dagli anni ’60 si pone l’attenzione sulle modalità di consumo delle sigarette da parte degli schizofrenici, degli ansiosi, dei depressi, degli ossessivo-compulsivi, dei bipolari e di coloro che soffrono di attacchi di panico e di disturbo post-traumatico da stress. Sull’autismo, classico o ad alto funzionamento, non vi è invece quasi traccia nella letteratura internazionale. Lo affermano gli autori (Esposito et al., 2019) di un contributo pubblicato nel nuovo numero di Mission.
Gli autori prendono in considerazione il caso clinico di un soggetto affetto da Sindrome di Asperger, diagnosticata nella prima infanzia, che durante tutto il percorso di cura è stato sostenuto attraverso la mobilitazione delle risorse individuali e l’incentivazione del senso di autoefficacia nelle diverse fasi di cambiamento. Necessari per il rinforzo sono stati l’empatia espressa, l’ascolto riflessivo, l’attenzione sulle discrepanze tra il comportamento attuale e quello desiderato e il supporto alla self-efficacy del paziente e alla sua percezione di possedere la capacità di cambiare. Utile infine è stata la proiezione del paziente in situazioni di vita quotidiana senza la sigaretta, al fine di rinforzare l’indipendenza e il senso di libertà provati da un non fumatore, fondamentali per la disassuefazione tabagica.
L’esperienza riportata mostra come, anche in casi di tabagismo correlato a patologie psichiatriche  particolarmente connotate dagli effetti neurochimici della nicotina e dalla compulsione gestuale che il consumo reiterato di tabacco soddisfa, un adeguato e specifico setting psico-farmacologico, il corretto addestramento e coinvolgimento di un care-giver e il follow-up a lungo termine possono favorire la disassuefazione e il consolidamento di tale condizione. Con ricadute positive anche su altri aspetti comportamentali e soggettivi della patologia di fondo.