02-05-2017

Farmaci contro la depressione e contesto ambientale

Farmaci contro la depressione e contesto ambientale L’efficacia dei trattamenti antidepressivi serotoninergici dipende anche dal contesto ambientale in cui vive il paziente e nel quale i farmaci stessi vengono assunti. Ciò avviene perché l’azione del farmaco consiste, almeno in parte, nell’aumentare la plasticità neurale, amplificando, in un ambiente favorevole, l’opportunità dell’individuo di ridurre o eliminare i sintomi della depressione. E’ questa la conclusione a cui è giunta una équipe internazionale di ricercatori, coordinati da Igor Branchi, del Centro per le Scienze Comportamentali e la Salute Mentale dell’Istituto Superiore di Sanità, in uno studio pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry e ripreso da Quotidiano Sanità. Conclusione corroborata da una ricerca gemella condotta dai medesimi autori che hanno affiancato Bianchi nel primo studio, afferenti all’Università La Sapienza di Roma, all’Università di Modena e Reggio Emilia e all’ateneo di Zurigo, e pubblicata da Translational Psychiatry.
Sostiene Bianchi: “Queste scoperte possono contribuire a migliorare la pratica clinica, mettendo a punto strategie terapeutiche basate sulla combinazione del trattamento farmacologico con un approccio terapeutico, come la terapia cognitivo-comportamentale, che permetta a chi soffre di depressione di affrontare ambienti di vita avversi ed eventi stressanti con maggiore successo, aumentando l’efficacia del trattamento”. Da parte sua, Julio Licinio, editor-in-chief della rivista Molecular Psychiatry, evidenzia come i risultati ottenuti possano spiegare la variabilità dell’efficacia del trattamento con gli antidepressivi e così rappresentare un passo importante per la comprensione del meccanismo di azione di questi farmaci.
Le implicazioni delle due ricerche denotano un potenziale rilevante, poiché, secondo quanto riporta l’Oms, la depressione  colpisce nel mondo 322 milioni di persone, configurando una vera e propria emergenza, aggravata dal fatto che circa il 60-70% dei pazienti trattati con il farmaco più comunemente utilizzato (ovvero gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina - Ssri) non guarisce e il 30-40% non mostra una risposta significativa al farmaco.

Fonte:
http://www.quotidianosanita.it/