26-07-2017

Ideazione suicidaria e tentativi di suicidio nei giocatori d'azzardo problematici

Ideazione suicidaria e tentativi di suicidio nei giocatori d'azzardo problematici Diversi studi mostrano una spiccata prevalenza di suicidalità nei giocatori d’azzardo problematici, con un range oscillante tra il 17 e il 48% per quanto riguarda l’ideazione suicidaria lifetime e tra il 9 e il 31% per quanto riguarda i tentativi di suicidio dichiarati (Blaszczynski & Farrell, 1998; Hollander et al., 1998; Kausch, 2003; Komoto, 2014; Lee, Guo, Manning, Thane, & Wong, 2011; Manning et al., 2015; Martins, Tavares, Da Silva Lobo, Galetti, & Gentil, 2004; Rossini-Dib, Fuentes, & Tavares, 2015; Teo, Mythily, Anantha, & Winslow, 2007; Thon et al., 2014). Ad oggi, poche ricerche hanno esplorato la prevalenza delle ideazioni suicidarie nei giocatori d’azzardo problematici al momento della rilevazione, evidenziando un range compreso tra l’11 e il 33% (Maccallum & Blaszczynski, 2003; Sinclair, Pretorius, & Stein, 2014; Weinstock et al., 2014).
Ad ogni modo, poiché scarse sono le conoscenze  acquisite sulla relazione tra gioco d’azzardo problematico e propensione al suicidio, un recente studio, condotto nel Regno Unito (Ronzitti et al., 2017), si è posto l’obiettivo di analizzare l’associazione tra suicidalità e variabili socio-demografiche, cliniche e legate al gioco. Sono stati considerati 903 individui alla ricerca di un trattamento per problemi di gioco d’azzardo. Il 46% del campione riferisce di avere attuali ideazioni suicidarie e i soggetti che ammettono tali pensieri presentano anche maggiore severità nel gioco problematico, nei livelli di depressione e di ansia. L’applicazione di un modello di regressione logistica suggerisce inoltre che passate ideazioni suicidarie e alti livelli di ansia risultano predittori significativi di suicidalità attuale.
In conclusione, la severità nel disturbo d’ansia e una storia personale di ideazione suicidaria identificano un profilo di individuo alla ricerca di trattamento per gioco problematico a maggior rischio di suicidalità. Un aspetto che evidenzia l’importanza di valutare l’ideazione suicidaria nei setting clinici, poiché tale sottogruppo di gambler potrebbe trarre particolare beneficio da programmi trattamentali intensivi, con il possibile ausilio di terapie farmacologiche e di una adeguata gestione delle comorbilità.  Gli autori riconoscono tuttavia la necessità di futuri studi longitudinali che tengano conto delle attuali e passate ideazioni suicidarie, tentati suicidi, comorbilità psichiatriche, uso di sostanze, comportamenti di gioco e severità dei problemi associati e di altri fattori clinici rilevanti: informazioni utili per identificare i pattern o le caratteristiche che conducono all’ideazione suicidaria - e dalla ideazione suicidaria ai tentativi di suicidio - e per chiarire la relazione temporale tra problemi di gioco e propensione al suicidio.
 
Fonte: Ronzitti, S., Soldini, E., Smith, N., Potenza, M. N., Clerici, M., & Bowden-Jones, H. (2017), “Current suicidal ideation in treatment-seeking individuals in the United Kingdom with gambling problems”, Addictive behaviors