08-02-2018

Malattie del fumo: la percezione distorta dei tabagisti

Malattie del fumo: la percezione distorta dei tabagisti Nonostante la gran messe di informazioni rispetto ai rischi del tabacco, fumare regolarmente è un fenomeno tuttora molto diffuso. Tra i molti studi che si soffermano sui rischi associati, una recente ricerca dell’Università di Milano-Bicocca e dell’Università del Surrey (i cui risultati sono stati pubblicati dal Journal of Cognitive Psychology) analizza la percezione del rischio da parte dei fumatori rispetto ai non fumatori. I ricercatori hanno chiesto a un gruppo di 162 persone di stimare il tempo di insorgenza di una serie di malattie tipicamente associate al tabagismo in un diciottenne che inizia a fumare 10 sigarette al giorno.
Gli intervistati, sia fumatori che non fumatori, hanno stimato quanto tempo trascorre prima che si sviluppino malattie moderatamente gravi (es. alitosi, bronchite cronica) e molto gravi (es. tumore ai polmoni, infarto). È stato scoperto che i fumatori, rispetto ai non fumatori, spostano più avanti nel tempo l’insorgenza sia delle malattie moderatamente gravi sia di quelle molto gravi, ritardandone mediamente la comparsa di circa cinque anni. Questa percezione distorta, l’ onset time delaying effect, evidenzia una carente comprensione delle conseguenze negative che il fumo ha sulla salute delle persone e di quanto rapidamente tali conseguenze dannose possano presentarsi. 
L’onset time delaying effect pare a tutti gli effetti un nuovo fattore di rischio implicato sia nello sviluppo della dipendenza da tabacco sia nel mantenimento di tale comportamento. “Siamo solo all’inizio dell’indagine di questo fenomeno – spiega Luca Pancani, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca – ma, se le prossime ricerche lo confermeranno, la presa in considerazione di questo effetto potrebbe migliorare le attuali campagne di prevenzione e cessazione del tabagismo”. Patrice Rusconi, ricercatore presso la School of Psychology dell’Università del Surrey  e coautore dell’articolo, aggiunge uno spunto di riflessione, evidenziando che il riconoscimento della “sovrastima da parte dei fumatori di quanto tempo sia necessario per sviluppare delle malattie legate al fumo, potrebbe influenzare la scelta dei fumatori stessi di considerare terapie per smettere di fumare così come di scegliere di effettuare dei controlli medici”.