La dipendenza da videogame è ufficialmente una patologia

Si legge nel documento, ripreso da Quotidiano Sanità: “Il gaming disorder è caratterizzato da un pattern di gaming persistente o ricorrente (‘gaming digitale’ o ‘video-gaming’), che può realizzarsi online od offline; si manifesta con le seguenti caratteristiche: 1) alterato controllo sul gioco (cioè sull’inizio, frequenza, sua intensità e durata, capacità di interromperlo e contesto); 2) una sempre maggiore priorità data al gioco, al punto da dargli parossisticamente la precedenza su altri interessi e sulle attività della vita quotidiana; 3) la persistenza o l’aggravarsi del comportamento nonostante la comparsa di conseguenze negative. Il pattern del comportamento è di gravità sufficiente a determinare problemi significativi nella sfera personale, familiare, sociale, scolastica, lavorativa o in altre importanti aree di funzionamento. Il pattern del comportamento può essere continuo o episodico o ricorrente. Il suddetto comportamento le altre caratteristiche devono essere normalmente evidenti per un periodo di almeno 12 mesi per poter fare diagnosi, ma questo lasso di tempo può essere ridotto, qualora ricorrano tutti i requisiti diagnostici o in presenza di sintomi gravi”.
Una iniziativa scientifica, quella dell’OMS, che ufficializza e sottolinea ulteriormente l’effetto negativo che l’uso smodato di computer, tablet e smartphone può determinare nell’esistenza delle persone, con particolare riferimento agli adolescenti e ai giovani. L’inserimento nell’autorevole manuale intende promuovere una maggiore attenzione rispetto ai rischi collegati al suddetto abuso tecnologico e vuole favorire il consolidarsi e il diffondersi di misure appropriate e specifiche di prevenzione e terapia.