Dipendenze comportamentali, una definizione complessa

Secondo Kardefelt-Winther et al. (2017) gli studi relativi alle dipendenze comportamentali non hanno ancora chiarito se i soggetti affetti siano o meno funzionalmente alterati, sperimentino disagio psichico o evidenzino una qualche forma di allontanamento dal comportamento normativo. Il mancato soddisfacimento di tali criteri, proseguono gli autori, potrebbe indicare l’assenza di una condizione di dipendenza nel soggetto. Seguendo Griffiths (2005) i sintomi associati alla dipendenza da sostanze - quali oscillazioni del tono dell’umore, tolleranza, sindromi astinenziali - dovrebbero rintracciarsi anche nelle dipendenze comportamentali, ma la loro misurazione risulta spesso problematica.
In un campione di utilizzatori di smartphone, tre ricercatori britannici (Wilcockson, Osborne ed Ellis, 2019) hanno misurato tono dell’umore, livelli d’ansia e di craving (rilevati in quattro occasioni nell’ambito di un periodo di astinenza da smartphone di 24 ore) e hanno riscontrato un incremento dei soli livelli di craving. Tali evidenze suggeriscono che l’intensivo uso dello smartphone non soddisfa i criteri richiesti per poter parlare compiutamente di addiction, con implicazioni anche per l’inquadramento e la definizione delle altre forme di dipendenza comportamentale. In attesa di nuove evidenze, il tema resta pertanto controverso.
Wilcockson, T. D., Osborne, A. M., & Ellis, D. A. (2019). Digital detox: The effect of smartphone withdrawal on mood, anxiety, and craving. Addictive Behaviors.