08-02-2017

Gioco d'azzardo problematico, le sfide del counselling online

Gioco d'azzardo problematico, le sfide del counselling online Uno studio esplorativo di Rodda et al. (2015), seppur non recentissimo, risulta comunque interessante per il suo carattere innovativo, essendo basato sull’analisi del contenuto delle trascrizioni di 85 sessioni singole di counselling online di soggetti alla ricerca di aiuto per problemi di gioco. Partendo dalla prospettiva degli utenti, lo studio prende in esame e distingue richieste di aiuto immediato e domande di assistenza nello sviluppo di strategie e competenze per liberarsi dalle criticità legate al gioco. Se circa la metà degli utenti manifesta l’esigenza di risolvere una crisi legata a un recente episodio di gioco eccessivo, con ideazione suicidaria, disturbo emotivo e sofferenza psichica, più o meno la stessa proporzione si mostra interessata a informazioni, consulenza e supporto. In particolare, tre sono i temi principali emersi dai resoconti degli utenti: storia personale di gioco, possibilità di recupero, strategie e opzioni.
In primo luogo, tutti gli utenti danno una propria versione della loro storia personale di gioco, descrivendo i modelli di comportamento calati negli specifici contesti, la progressione del problema con il gioco e i relativi impatti sulla sfera personale, le motivazioni che li hanno spinti a un maggior coinvolgimento in stili di gioco disfunzionali, i precedenti tentativi di liberarsi dal problema con eventuale richiesta d’aiuto. In secondo luogo, poco meno della metà dei soggetti fa riferimento alle possibilità di recupero e alle motivazioni al cambiamento: sotto questo profilo, benché molte trascrizioni facciano cenno all’auto-efficacia, costoro dichiarano di non sentirsi in grado né di controllare l’impulso a giocare né di raggiungere eventuali obiettivi terapeutici. Infine, oltre tre quarti delle trascrizioni includono discussioni sulle strategie e le opzioni attivabili, inclusi il self-help, la ricerca di sostegno da parte di famigliari e amici e l’aiuto di professionisti. 
Passando alla durata della sessioni di counselling, gli utenti spendono gran parte del tempo a raccontare la propria storia personale legata al gioco e meno a esplorare le  opportunità di recupero, denotando alta motivazione al cambiamento accompagnata tuttavia da una modesta percezione di auto-efficacia. Evidenze, queste ultime, che potrebbero risultare di interesse per perfezionare la trasposizione e l’applicazione dei tradizionali approcci di counselling all’ambiente web. In particolare, per aiutare i counsellor a comprendere meglio le necessità dell’utenza, concludono gli autori, sarebbe utile progettare interventi in grado di valutare correttamente l’ambivalenza delle richieste (gestione delle crisi versus strategie di recupero a medio-lungo termine) e l’impatto degli interventi stessi sugli esiti non solo delle sessioni brevi di counselling ma anche di terapie più lunghe e strutturate.
 
Fonte: Rodda S.N., Lubman D.I., Cheetham A., Dowling N.A. and Jackson A.C. (2015), “Single session web-based counselling: a thematic analysis of content from the perspective of the client”, British Journal of Guidance & Counselling, Vol. 43 Issue 1.