07-10-2017

PRO: recuperare il dialogo medico-paziente

PRO:  recuperare il dialogo medico-paziente Misurare puntualmente gli outcome è un aspetto cruciale in sanità, soprattutto per valutare il rapporto di costo/efficacia degli interventi. In realtà, fino a tempi recenti è stata riservata poca attenzione alle valutazioni quantitative degli outcome funzionali, dei sintomi e della qualità di vita. Un modo per ottenere queste informazioni è misurare i cosiddetti Patient-Reported Outcomes (PRO) attraverso questionari standardizzati. Le strutture che hanno cominciato a incorporare i PRO nella routine clinica si vanno moltiplicando e sia medici che pazienti riferiscono grandi benefici. A sostenerlo Lisa Rotenstein, Robert Huckman e Neil Wagle in un recente contributo per il New England Journal of Medicine, ripreso da Quotidiano Sanità.
Gli autori riferiscono, prendendo spunto dalla loro esperienza presso il Partners HealthCare (un grande sistema multiospedale di Boston), che l’impiego dei PRO aumenta il grado di soddisfazione dei medici, ne previene il burnout e migliora la cura dei pazienti. A partire dal 2012, in queste strutture sono stati raccolti più di 1,2 milioni di PRO, relativi a 75 specialità. Sono ormai 1.500 i medici di Partners HelathCare che utilizzano i PRO, con ricadute tra le più varie, dalla gestione clinica, alla programmazione, alla ricerca. A beneficiarne è la relazione medico-paziente perché i PRO consentono una migliore comprensione dei sintomi, oltre ad agevolare la condivisione dei processi di decision making.  Si tratta inoltre di uno strumento molto discreto che consente di indagare su aspetti riservati e sensibili della vita del paziente, senza creare inutili imbarazzi e ottenendo le informazioni necessarie. Altra importante applicazione dei questionari è fare il punto sulle condizioni cliniche del paziente, evidenziando problemi messi in ombra dalle diagnosi principali.
Tra i punti critici, il fatto che la implementazione del sistema può richiedere inizialmente molto tempo, comportare investimenti in device per la raccolta dati e server per l’archiviazione e necessitare la configurazione di programmi elettronici e formazione del personale. “Nonostante queste limitazioni – concludono gli autori – riteniamo che i PRO abbiano il potenziale di ri-coinvolgere pazienti e medici nel processo di offerta delle cure (...) indicando la via per la realizzazione di un servizio sanitario più solido”.

Fonte: Rotenstein L.S., M.D., Huckman R.S., Wagle N. (2017), "Making Patients and Doctors Happier — The Potential of Patient-Reported Outcomes", New England Journal of Medicine, 377:1309-1312.