31-05-2018

Tossicodipendenti detenuti: le evidenze a favore delle misure alternative

Tossicodipendenti detenuti: le evidenze a favore delle misure alternative Per i detenuti tossicodipendenti il carcere è poco utile, più efficace ed economica è la concessione di una misura alternativa alla detenzione come l’affidamento a una comunità terapeutica. Lo sostiene una ricerca di Francesca Pesce, avvocato penalista e assegnista di ricerca dell'Università di Trento, che ha analizzato i soggetti con diagnosi di tossicodipendenza condannati con sentenza definitiva che abbiano iniziato e concluso il percorso della misura alternativa o l’espiazione della pena detentiva a Trento tra il 2008 e il 2015.
Il lavoro, ripreso dal quotidiano l’Adige, mette in rilievo come i detenuti affidati alle comunità terapeutiche abbiano meno probabilità di ricadere nella tossicodipendenza: delle 129 persone che avevano beneficiato di misure alternative, il 62% ha avuto una ricaduta, mentre il 38% non ha recidivato. Risultati migliori rispetto a coloro i quali avevano espiato la pena in cella: 193 dropout su 274, con l’83,5% degli 81 detenuti rimanenti con ricaduta dopo la scarcerazione (+ 21,5% rispetto a chi aveva beneficiato di una misura alternativa). Inoltre, solo il 19% degli individui che avevano beneficiato di una misura alternativa ha commesso reati dopo la fine della misura, a fronte di una recidiva criminale dei detenuti tossicodipendenti del 70%.
Infine, aspetto senza dubbio rilevante e particolarmente significativo per policymaker sempre più condizionati da vincoli di spesa, un detenuto in cella costa circa 150 euro al giorno, il doppio di quanto si spende per curarlo in comunità.